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“Va’ a vasà ‘o pesce ‘e San Rafèle”
In data 24 ottobre, la Chiesa cattolica celebra San Raffaele, l'arcangelo noto per il suo ruolo nel "Libro di Tobia". A Napoli, c'è una chiesa dedicata a questo santo nel quartiere di Materdei. Costruita nel 1759 in stile barocco, la chiesa è ornata da affreschi del XVIII secolo che raffigurano gli eventi descritti nel racconto biblico di Tobia e Sara, nonché San Raffaele come "medico di Dio", un significato derivato dal suo nome, poiché "Rafa'el" in ebraico significa "Dio ha guarito". La chiesa di Materdei da secoli testimonia un rito popolare legato alla storia di Tobia e San Raffaele, che non è molto noto. Secondo il libro di Tobia, durante il viaggio di Tobia lungo il fiume Tigri, viene attaccato da un pesce. L'arcangelo Raffaele, che lo accompagna, lo esorta a non fuggire, ma a afferrare il pesce per la testa. Tobia segue il consiglio dell'angelo, sconfigge l'animale e estrae dal pesce il fiele, il cuore e il fegato. Successivamente, sposa Sara ad Ecbatana. San Raffaele è spesso rappresentato con dei pesci in mano o mentre assiste Tobia durante la lotta con il pesce, come illustrato nella tela del pittore Pieter Pietersz Lastman del 1625. A Napoli, dove tradizioni sacre e profane si intrecciano, esiste un'usanza che combina elementi pagani con il culto cristiano. Le donne sterili e le ragazze in cerca di marito venivano solite baciare un pesce contenuto in una cesta, simboleggiante il pesce di San Raffaele. Il mare, considerato fonte di fertilità, e il pesce, simbolo cristiano, sono stati collegati a questa usanza. Nonostante un riferimento sessuale implicito nella frase "va’ a vasà ‘o pesce ‘e San Rafèle" (vai a baciare il pesce di San Raffaele), fino a qualche decennio fa veniva utilizzata in senso augurale per le ragazze attraenti (in napoletano, "pesce" si riferisce al "pene"). Questa pratica è menzionata anche da un autore anonimo nel 1868 nella canzone "Italiella", in cui si fa riferimento alla moglie di Vittorio Emanuele che, incapace di dare un erede al trono, si rivolse a San Raffaele e alla fine riuscì a partorire il futuro sovrano. Sebbene questa antica tradizione sia poco conosciuta oggigiorno, è probabile che esistano ancora persone che la perpetuano o che si rivolgano a San Raffaele per aiuto, come avviene per altri santi. Quindi, perché le donne single non dovrebbero provare? Forse vale la pena!
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