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Eruzione Vesuvio 1944
L'eruzione lavica ha continuato verso l'esterno fino al 26 gennaio, mentre verso l'interno del cratere fino al 23 febbraio, quando l'attività eruttiva si è completamente fermata. Un ulteriore collasso delle pareti del cratere avvenuto il 13 marzo del 1944 ha portato ad una diminuzione dell'attività del vulcano, con deboli espulsioni di scorie che sono aumentate nei tre giorni successivi. Nella notte tra il 17 e il 18 marzo, si è verificato un importante crollo di una parte del cratere, causando la cessazione dell'attività eruttiva.
Tuttavia, l'eruzione vera e propria, l'ultima fino ad oggi del Vesuvio, è iniziata nel pomeriggio del 18 marzo 1944. L'eruzione è stata caratterizzata da forti colate laviche che hanno raggiunto Cercola, distruggendo in parte gli abitati di Massa di Somma e San Sebastiano, tra i comuni più colpiti dall'evento. Il 22 marzo, lo stile eruttivo del Vesuvio è cambiato. La colonna eruttiva ha raggiunto un'altezza di 6 km e si sono verificate valanghe di detriti caldi e piccoli flussi piroclastici ai lati del cratere. Durante l'intera giornata, si è registrata un'intensa attività sismica, fino al mattino del 23 marzo, quando l'attività eruttiva si è ridotta alla sola emissione di cenere.
L'attività eruttiva è andata gradualmente diminuendo il 24 marzo, con le esplosioni che si sono ridotte fino a scomparire il giorno 29, rimanendo solamente le nubi di polvere che fuoriuscivano dal cratere, svanendo completamente nel pomeriggio.
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